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Impianto a goccia: cos’è e come installarlo

impianto a goccia - Bricocenter

L’irrigazione a goccia è il sistema di irrigazione più efficiente dal punto di vista idrico, poiché riduce drasticamente il consumo d’acqua combattendo gli sprechi.

 

Le origini dell’impianto a goccia

Chi ha inventato l’irrigazione a goccia? Tale metodologia esiste fin dall’antichità, quando gli uomini riempivano grandi contenitori d’argilla che consentivano all’acqua di filtrare gradualmente nel terreno. 

L’innaffiamento a goccia, come lo conosciamo oggi, affonda però le sue radici nella Germania del 1860, con le prime tubature in argilla. Successivamente vennero introdotti i tubi forati, l’uso delle plastiche moderne e i microtubi. 

La vera rivoluzione, tuttavia, andò in scena in Israele. Qui, intorno al 1930, un agricoltore fece notare a un tale chiamato Simcha Blass che – nella sua proprietà – cresceva senza acqua un grande albero. Blass scoprì che, in realtà, l’acqua arrivava all’albero sotto forma di piccole gocce provenienti da un tubo rotto. Così si mise all’opera, e brevettò il gocciolatore per irrigazione a goccia di superficie. Un’invenzione, questa, a cui seguì quella del nastro gocciolante nell’America degli anni Sessanta.

 

Come creare un impianto di irrigazione a goccia

L’irrigazione a goccia (detta anche microirrigazione) può essere realizzata da sé. La soluzione più semplice è rappresentata da una struttura a pettine, con un tubo centrale che vada ad alimentare le linee di derivazione parallele. 

È possibile acquistare un kit già pronto, oppure optare per il fai da te assemblando tubi per l’irrigazione a goccia, gocciolatori, raccordi, un filtro e – per un’irrigazione automatizzata – un programmatore da giardino.

 

impianto a goccia - Bricocenter

 

I componenti dell’impianto a goccia

I tubi possono essere in polietilene con diametro 16-20 millimetri, se l’impianto ha dimensioni ampie, oppure si può scegliere un’ala gocciolante (un tubo già dotato di gocciolatori). 

Il filtro impedisce che la sporcizia entri nel tubo, intasando i gocciolatori. Questi, a portata variabile tra i 2 e gli 8 litri, dovranno essere autocompensanti ed erogare dunque acqua in modo costante anche in caso di pendenza. 

Il programmatore, infine, può essere acquistato in numerose varianti: da rubinetto, a batteria, da interno, da esterno, collegato alle stazioni meteorologiche, ai sensori per la pioggia o alla rete Internet.

 

Come realizzare un impianto di irrigazione a goccia

Per realizzare un impianto di irrigazione a goccia fai da te è necessario:

  1. stendere i tubi per l’irrigazione, tagliandoli sul terreno: inizia dal tubo centrale, e passa poi alle linee di derivazione;
  2. avvitare al tubo principale le prese a staffa, laddove partono le linee di derivazione (ti servirà solo una chiave a brugola);
  3. bucare con un trapano il tubo centrale, all’interno della presa a staffa, in modo che l’acqua possa fluire;
  4. avvitare alla presa a staffa il raccordo maschio, a cui andrà collegato il tubo di derivazione;
  5. chiudere ogni tubo di derivazione con un raccordo tappo;
  6. forare i tubi con un punzone o una fustella, così da poter montare i gocciolatori;
  7. montare il filtro al rubinetto, per la depurazione dell’acqua;
  8. con il giusto raccordo, collegare l’impianto di irrigazione a goccia all’impianto idrico;
  9. installare la centralina scelta, seguendo le istruzioni del produttore.

 

Tubi e diametri: guida alla scelta

L’aspetto più complicato è la scelta del diametro del tubo, che deve basarsi sulla portata dell’impianto. I tubi più piccoli, con un diametro di 16 mm, hanno una portata di 15 litri al minuto, mentre i tubi più grandi, con diametro 40 mm, hanno una portata di 100 litri al minuto

 

impianto a goccia - Bricocenter

 

Se consideriamo di posizionare tre irrigatori da 4 l/h l’uno, all’interno di una sezione lunga un metro, ogni metro dell’impianto avrà un consumo di 12 litri/ora. Se la lunghezza complessiva della linea è di 10 metri, bisogna considerare un consumo di 120 litri/ora (2 litri al minuto). Un tubo di derivazione con diametro di 16 mm è dunque più che sufficiente.

Per stabilire invece il diametro del tubo principale, bisogna calcolare il numero delle linee e la loro portata: supponendo di avere un impianto con 10 linee che consumano 2 litri d’acqua al minuto, bisognerà scegliere un tubo con portata di 20 litri al minuto. In questo caso, la scelta ricadrà sul tubo da 25 millimetri di diametro.

Per un acquisto più consapevole si può fare riferimento a questa tabella:

  • diametro di 16 mm: portata di 15 litri al minuto;
  • diametro di 20 mm: portata di 25 litri al minuto;
  • diametro di 25 mm: portata di 45 litri al minuto;
  • diametro di 32 mm: portata di 75 litri al minuto;
  • diametro di 40 mm: portata di 100 litri al minuto.
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